La particolare vena espressionistica della pittura di Gianni Nerobutto, che vive in quel di Grigno negli ultimi lembi della Valsugana e del Trentino, si inserisce certo in un lungo e fecondo filone linguistico e culturale che ha attraversato e ancora oggi attraversa tutta la cultura pittorica europea e in particolar modo la pittura di centro Europa, pur essendo esplicitamente anche nel suo caso in sostanziosa parte debitore nei confronti di altre culture e di altri stilemi, che si rifanno all’immenso deposito picassiano. D’altro canto basta pensare a Modigliani e a Picasso e alle loro immagini femminili diretta filiazione delle maschere del continente nero per rendersi conto dell’universalità di certe espressioni pittoriche e/o scultoree, che sfuggono ancora ai nostri impauriti bisogni di tranquillità e di consolante riconoscibilità figurativa. Ma ciò che contraddistingue in modo originale la pittura di Gianni Nerobutto è il colore. Con la sua tecnica mista su carta egli riesce ad attraversare con vivacità e con freschezza il territorio labirintico del colore e farne l’occasione per una continua indomita esplorazione senza accontentarsi mai delle mete raggiunte e degli equilibri compositivi conquistati. Il colore di Gianni Nerobutto si manifesta quasi impudicamente come un colore emozionale, che non riesce a trattenere e a controllare l’impeto dell’intimità, facendosi da esso piuttosto condurre per mano nell’intrico dei sentimenti e delle passioni. Il colore diventa dunque per il giovane artista trentino una sorta di bussola orientativa che funziona come tale proprio per la fiducia apparentemente ingenua, ma sostanzialmente genuina che l’artista gli presta.

Mario Cossali 2006

ACQUA FREDDA

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DANZA DI EMOZIONI

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L'INCONTRO

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